Data  05/07/2013 01:15:21 | Sezione Varie Varie

UN PASSO IN AVANTI NELLA RAPPRESENTANZA SINDACALE.



La FIOM dopo anni di sindacato unitario con le federazioni dei metalmeccanici di CISL e UIL si è trovata da sola sull'altra sponda del fiume ed ha sperimentato sulla sua pelle l'ostracismo cui sono abitualmente sottoposti i sindacati autonomi ed i sindacati di categorie professionali.




Abbiamo pubblicato su www.dirpubblica.it il comunicato 03/07/2013 dell’Ufficio Stampa della Corte Costituzionale con il quale si da notizia che è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 19, 1° c. lett. b) della legge 20 maggio 1970, n. 300 (c.d. “Statuto dei lavoratori”) nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale sia costituita anche nell’ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie di contratti collettivi applicati nell’unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori dell’azienda.

Orbene, in attesa di conoscere la motivazione della sentenza formuliamo qualche concetto in ordine sparso.

L’articolo 39 della Costituzione non è mai stato attuato!

La FIOM dopo anni di sindacato unitario con le federazioni dei metalmeccanici di CISL e UIL si è trovata da sola sull'altra sponda del fiume (sindacati non firmatari) ed ha sperimentato sulla sua pelle l'ostracismo cui sono abitualmente sottoposti i sindacati autonomi ed i sindacati di categorie professionali che in Italia, al contrario di altri paesi (es scandinavi), non hanno la possibilità di esercitare una rappresentanza orizzontale (di categoria). Ciò in quanto il modello sociale della rappresentanza nel nostro Paese si è consolidato (per convenienze di entrambe le parti negoziali) in una rappresentanza verticale (cioè tutte le qualifiche professionali assieme in ciascun settore merceologico: agricoltura, metalmeccanica, pubblico impiego, ecc.).

La forza della FIOM è riuscita a scalfire il granitico meccanismo di esclusione dei sindacati scomodi e non allineati, come Dirpubblica.

Ci auguriamo che questo sia solo un primo passo, come dicono anche gli amici della FNSI, il sindacato dei giornalisti con cui abbiamo spesso collaborato, verso una democrazia reale della rappresentanza nel mondo del lavoro.

Il Ministro della Funzione pubblica dovrebbe cogliere nella sentenza della Corte Costituzionale un segnale preciso di controtendenza finalizzato a restituire dignità e democrazia al mondo della rappresentanza dei lavoratori pubblici. Gli chiediamo di intervenire con uno specifico atto di indirizzo all'ARAN al fine di adeguare il vecchio accordo del 1998 nel senso di riconoscere i diritti elementari di rappresentanza, senza costi per la finanza pubblica, alle organizzazioni sindacali non rappresentative per dar loro modo di divenirlo con il consenso dei lavoratori.



Tags 03/07/2013, Consulta, Corte Costituzionale, articolo 19 statuto dei lavoratori, incostituzionalità.