Data  16/08/2013 00:42:09 | Sezione Varie Varie

La stagione degli ipocriti.


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La nostra Costituzione è in serio pericolo; esiste una deliberata volontà di cambiarla e non sappiamo con esattezza dove essa abbia origine.




 

Carissimi, 

penso che la nostra Costituzione sia in serio pericolo. Esiste, infatti, una deliberata volontà di cambiarla e non sappiamo con esattezza dove essa abbia origine. È facile intuire che le centrali siano fuori dai confini nazionali dove si chiede pragmatismo invece che regole, risultati in luogo dei valori, profitto piuttosto che legalità. Un mondo siffatto ammette che determinate realtà, se giustificate dal denaro, dal consenso, dal successo, dal conquistato potere, restino fuori dall’Ordinamento e, per questo, siano intangibili. Tale neo puritanesimo, sta sopravanzando sull’oramai “vecchio” umanesimo, ma mentre ciò avviene, noi siamo disattenti, festaioli e impreparati. Mi torna alla mente “Independence Day”, il film di fantascienza di Roland Emmerich del ’96; in una scena si vede una folla festante sulla cima dell’Empire State Building che inneggia ad un’astronave aliena che li sovrasta e che, di li a poco, li distruggerà. Così siamo noi, il nemico è in casa, ma si suona e si balla. In questo quadro la Costituzione italiana, umanista per eccellenza, è di troppo! Ma a ben vedere, è la nostra cultura che è di troppo. Prima ancora della Costituzione, si stanno abbattendo le colonne portanti della civiltà occidentale, una di queste è la figura del nostro Padre Dante; da più parti si è chiesto il ritiro delle sue opere dalle scuole (insieme al crocifisso) perché antislamiche, antisemite, omofobe e (ovviamente) maschiliste. Ma il mezzo con il quale viene diffusa l’esigenza di cambiamento istituzionale è l’ipocrisia; simulando virtù patriottiche (bisogna avere un governo stabile e forte … bla … bla … bla) s’inganna il Popolo con promesse di stabilità e benessere, e (a buon bisogno) lo si minaccia (… senza di noi pagherete per intero l’IMU…). Quante volte ho sentito discorsi del genere! Nel 1999 chiusero il Ministero delle Finanze …. per il nostro bene. Con le Agenzie fiscali, si disse, saremmo stati equiparati alla Banca d’Italia. Le retribuzioni, in effetti, sono aumentate e in misura stratosferica, ma solo per i vertici (fra l’altro esterni alle Amministrazioni). Sul tema degli stipendi dei ministri, ricordo un’intervista che Giovanni Goria, Ministro delle Finanze dal giugno ’92 al febbraio ’93, rilasciò a IL MESSAGGERO: lui dichiarò di percepire una retribuzione correlata a quella di un dirigente generale dello Stato. Stiamo parlando, quindi, di circa cinque milioni di lire al mese, nell’epoca in cui un funzionario ministeriale di vertice (IX livello) guadagnava più o meno un milione di lire. Il rapporto, quindi, era accettabile! Poi sono intervenute le lungimiranti riforme degli anni successivi a seguito delle quali non è più possibile fare rapporti (nel senso che ognuno dei beneficiari possiede un biglietto vinto della lotteria diverso dall’altro). Pensate che nel solo 2013, la Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze, spenderà ben 1.991.548,40 Euro per i Professori ordinari del ruolo ad esaurimento di cui all'art. 4septies, comma 4, del decreto legge 3 giugno 2008, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2008, n. 129 (9 ex illustrissimi) con una media di € 221.283,16. Soldi buttati perché la Scuola non ha bisogno di questi formidabili 9! Ma stiamo parlando di una sola tessera di un immenso mosaico. Orbene, la privatizzazione del pubblico impiego (neutrale la contrattazione) ha consentito tutto questo che è rimasto indisturbato fino alla caduta dell’ultimo Governo Berlusconi. Poi sono apparse in Parlamento delle formazioni che della lotta agli sprechi ne hanno fatto uno stendardo, adottando dei comportamenti conseguenziali e concreti (si sono ridotti lo stipendio da parlamentari). Quindi, gli artefici della spartizione delle spoglie, pressati dall’esterno e incalzati all’interno, prima si sono uniti poi hanno pensato bene di assicurarsi il potere eliminando regole e garanzie costituzionali, con la scusa di dover assolvere gli impegni internazionali. Poveretti, pensano di essere originali, se sapessero cosa succede a scoperchiare il Vaso di Pandora e se non fossero quei tartufi irresponsabili che sono, forse avrebbero assunto un comportamento differente. Esiste un pericolo enorme a sciogliere il patto sociale che lega gli Italiani, solo se si riflette sul fatto che esistono nel nostro Territorio milioni d’immigrati in fase di organizzazione ai quali i tartufi nostrani si rivolgono confidando nel loro voto futuro. 

Nella MEZZA PAGINA del 29 luglio 2013, commentando il forum del PD sulla P.A., DIRPUBBLICA, in risposta alle affermazioni di Guglielmo Epifani sulla necessità di procedere in tempi brevi a riforme istituzionali, ha scritto: “In tutto questo complesso di situazioni è assai pericoloso mettere mano alla riforma costituzionale senza correre il rischio di inoltrarsi in infide vicissitudini e dimenticando il fatto che l’attuale carta costituzionale ha preservato (finora) tre generazioni di cittadini da disordini, spargimenti di sangue e definitive secessioni. Non è stata colta la necessità democratica e l’opportunità costituzionale di procedere, all’insorgere del bisogno di cambiamento dell’Ordinamento dello Stato, attraverso un’Assemblea Costituente eletta dal Popolo”. 

Le osservazioni espresse in tale documento sono importanti e dovrebbero essere ben considerate ed ognuno di noi dovrebbe fare ciò che è possibile per tutelare i diritti fondamentali conquistati dai nostri Padri dopo secoli di guerre, privazioni e sofferenze d’ogni altro tipo. 

Un saluto a tutti. 

Vostro, Giancarlo Barra. 

P.S. 

Scusate! Volevate sapere chi è quel personaggio dell’icona inchiodato al pavimento? 

È un ipocrita! Il suo nome? Caifa, genero di Anna. 

Allegati:

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