Data  13/08/2018 21:43:15 | Sezione Varie Varie

DIRPUBBLICA è in lutto.


Stefano Morzilli.
Stefano Morzilli.

Sabato 11/08/2018, in una località di villeggiatura della provincia di Trento, in seguito ad un improvviso malore è deceduto Stefano Morzilli, un funzionario del MEF, componente del drappello storico di DIRPUBBLICA.




Sabato 11/08/2018, in una località di villeggiatura della provincia di Trento, in seguito ad un improvviso malore è deceduto Stefano Morzilli, un funzionario del MEF, componente del drappello storico di DIRPUBBLICA. Il 18/05/2018 avevamo compianto la morte di suo padre Sergio (http://www.dirpubblica.it/contents.aspx?id=3860), l’ultimo dirigente di ferro, uno di quelli che aveva avuto l’autorità e il coraggio di rifiutare atti non ammessi dalla legge ai vari ministri di turno; mai avremmo pensato, però, di “tornare sull’argomento” per suo figlio.

Stefano era laureato in chimica e come tale entrò nei Monopoli di Stato; era bravo a trattare e comporre non solo gli elementi chimici, ma anche quelli giuridici. In tale veste dopo aver tentato di “rattoppare” in ogni modo la legge beffa della vicedirigenza scrisse la versione della predirigenza (http://www.dirpubblica.it/public/allegati/1118/20120808_LA_MEZZA_PAGINA.pdf) che costituisce ancora una delle riforme pretese da DIRPUBBLICA.

Nel Sindacato è stato un grande mediatore e un altrettanto grande costruttore, a lui si deve nel 2011 la realizzazione di un evento raro (se non unico) nel mondo sindacale, la fusione fra DIRPUBBLICA e DIRP, l’allora confratello sindacato del parastato (http://www.dirpubblica.it/contents.aspx?id=1008).

Espertissimo delle dinamiche contrattuali, è stato per la Segreteria Generale DIRPUBBLICA, fino a pochi giorni fa, un Consigliere fedele, attento, informato, discreto, avveduto, generoso e sempre disponibile. Quale ottimo ministro sarebbe stato Stefano Morzilli se qualcuno lo avesse eletto; nella competenza e nella semplicità avrebbe affrontato la Funzione Pubblica; con modestia e ingegno avrebbe gestito le Finanze dello Stato; con attenzione e umanità il Lavoro, ma sempre all’insegna della legalità e con lo sguardo fisso alla Costituzione, come suo padre Sergio gli aveva istillato nell’anima. Stefano è stato una di quelle pietre preziose nascoste nel pubblico impiego, che lavorano nel silenzio e che, se chiamate, sanno risolvere situazioni ed emergenze che i politici “togati” e i grandi dirigenti curricolati, scelti perché “bravi”, dalle tonache svolazzanti e dai candidi merletti, non hanno né l’interesse, tantomeno la capacità di affrontare. Noi di Dirpubblica, però, non ce lo siamo lasciati sfuggire.

Stai nella Luce Stefano, ma non riposarti, devi ancora aiutarci, ora più di prima. Il lutto che portiamo si trasformi presto nella gioia della vittoria conseguita, quella vittoria da Te auspicata che è anche per i vinti.



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