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UE
UNO STATUTO EUROPEO PER LE PUBBLICHE FUNZIONI È CIÒ CHE SERVE ORA ALL’ITALIA E ALL’EUROPA.
Gli Uffici dell'Unione Europea
La proposta è contenuta nel resoconto di una storica riunione al CNEL, all’indomani della stipula del Trattato di Lisbona, già presente nel ns sito https://www.dirpubblica.it/contents.aspx?id=793, che ripubblichiamo per le anticipazioni svolte su alcuni temi di (tragica) attualità, come il ruolo dell’Europa, la Pace e i rapporti con la Russia.
Estrapoliamo dal documento l’intervento di Giancarlo Barra, allora componente di Giunta della Confederazione CONFEDIR-MIT, cui Dirpubblica era confederata.
Apertosi il dibattito, il rappresentante CONFEDIR-MIT, Giancarlo Barra ha preso la parola dopo il rappresentante CGIL che si era soffermato sulle Politiche sociali e sull’esigenza di migliorare il rapporto fra mercato e diritti sociali. Barra, come anticipato durante la sessione plenaria, ha sostenuto che l’Italia non può presentarsi all’Europa del Trattato di Lisbona con una P.A. “…in tocchi…” come quella attuale. È sufficiente recarsi in una qualsiasi aula di Tribunale italiano per rendersi conto dei segni di abbandono (Persone e cose) che subisce quella che dovrebbe essere il “fiore all’occhiello” della P.A., segno di civiltà per un Paese; così dicasi dell’Amministrazione del Lavoro, delle sue numerose ed evidenti assenze. Vedasi le “morti bianche” o gli episodi di nuova schiavitù come quelli di Rosarno. Tutto ciò per non parlare del Fisco che si trastulla in innumerevoli quanti inutili cambiamenti senza riuscire a recuperare neppure l’uno per cento del monte evasione fiscale stimata. E così si potrebbe continuare con la Scuola, la sanità, i servizi sociali, tutte situazioni in cui il pubblico impiegato non è l’autore ma la vittima. Le diverse prese di posizione di politici, pseudo esperti e mass midia, sono solo serviti a coprire le gravissime responsabilità che, in questo campo, si è assunta la politica (e i suoi esponenti). L’Italia, pur tuttavia, nel contesto del Trattato di Lisbona, dovrebbe presentarsi con una P.A. autorevole, imparziale e perfettamente funzionante, ma le leggi sul pubblico impiego ed i contratti che sono stati scritti vanno tutti nella direzione opposta. Un continuo allontanamento dalla certezza del diritto e dalla civiltà del lavoro. Deve essere allora l’Europa a pretendere che tutti i Paesi aderenti siano dotati di una P.A. imparziale con impiegati cui sia consentito di essere al di sopra delle parti e di agire per il bene comune. È questa una civile esigenza che non soltanto ritroviamo negli articoli 97 e 98 della Costituzione ma anche nel Trattato della Costituzione Europea9 ove sostanzialmente sta scritto che ogni persona che si trova nel Territorio dell’Unione ha “diritto ad una buona amministrazione”. Per tutti questi motivi Barra, per conto di CONFEDIR-MIT, ha annunciato il progetto di uno Statuto Europeo per le pubbliche funzioni la cui disciplina sia inderogabile dal legislatore nazionale e dalla contrattazione, tutelato dal potere del Giudice nazionale di agire come Giudice dell’Unione Europea e disapplicare ogni norma contrastante.
Roma, 19 aprile 2010.