07/08/2022 16:42:45 |
Sanità
GIUSTIZIA O LEGALITÀ? RESPONSABILITÀ MORALE O GRIGIORE BUROCRATICO? ECCO I QUESITI DEL CASO BRUSCHI.
La dott.ssa Elisabetta Bruschi, medico veterinario di ASUR MARCHE, è stata sospesa perché, in scienza e coscienza (alleghiamo il suo curriculum), ha rifiutato di assumere le dosi del cosiddetto “vaccino anti-Covid”. Per questo, da molti mesi è stata allontanata dalla professione senza stipendio e senza assegni alimentari. Ma non è il solo caso.
È questo un trattamento che nessuno ha riservato a personaggi coperti d’infamia nella P.A. (vedi il caso del concorso a 60 posti da dirigente nell’Agenzia delle Dogane) o che hanno provocato danni ingenti allo Stato (vedi il caso delle mascherine fasulle e dei banchi a rotelle), ma a Persone come Elisabetta Bruschi è stato tolto tutto: l’esercizio della professione, lo stipendio e il pane quotidiano.
In buona sostanza, chi ha truccato un concorso pubblico ha diritto al segreto sulla sua posizione disciplinare; chi è stato condannato per delitti contro la P.A. (ai danni dell’INPS, per esempio) ha diritto all’oblio; chi ha dilapidato enormi risorse dello Stato ha il diritto di riciclaggio (dalla gestione del Mose, agli incarichi a € 800 l’ora in certe società create dal MEF); chi esercita il pantouflage ha il diritto di furbizia, ma la dott.ssa Bruschi non ha diritto a un K, né al suo ruolo nella società, né al pane quotidiano! Eppure, la dott.ssa Bruschi non è un criminale, non è un dissipatore di capitali pubblici; non è neppure una “parà” (detto in forma politicamente corretta) al contrario, come sostiene il Segretario Generale DIRPUBBLICA, Giancarlo Barra “è un professionista e funzionario integerrimo, di raro spessore morale; uno di quei personaggi che tutti vorremmo avere come superiore, collega o collaboratore. È un bene prezioso del quale non so come ci si possa privare, sia per l’Ordine professionale, sia per la P.A”.
Ma non aver assunto un vaccino (o presunto tale) è un crimine più grave che truccare un concorso e dilapidare le risorse dello Stato?
Sul caso, è intervenuta per prima (il giorno 8 luglio 2022) la dott.ssa Olivia Callipari – Responsabile Nazionale Salute di DIRPUBBLICA, rivolgendosi all’Azienda Sanitaria Marche affinché riconoscesse a Elisabetta Bruschi almeno gli assegni alimentari.
Successivamente, Il Segretario Generale del Sindacato, dott. Giancarlo Barra, in data 18 luglio 2022, ha scritto una lettera al Presidente dell’Ordine dei medici veterinari di Macerata, dott. Giovanni Cervigni.
Barra, nel chiedere al Presidente dei Veterinari la piena reintegrazione della Bruschi, ha sollevato un problema di ordine, non giuridico, ma morale. L’osservanza delle leggi giustifica sempre e comunque il nostro comportamento? Essa è sempre dovuta? O c’è un limite oltrepassato il quale ci si macchia di responsabilità ben più gravi di quelle derivanti dall’inosservanza?
Non vogliamo fare discorsi troppo complessi, basterà una semplice osservazione: Adolf Eichmann faceva cose legali! Vale in questi casi la citazione evangelica: “Il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”? (Marco 2,23-28). Noi pensiamo di sì!
Ecco come un caso considerato semplice, che molti vorrebbero risolvere banalmente, tipo: “basta farsi una punturina e il problema non c’è più” rivela, invece, delle radici nefaste che non possono essere attribuite soltanto ai governanti, ma soprattutto a coloro che sono chiamati ad attuare certe disposizioni. Ma “la banalità del male” non manda esenti neppure tutti coloro che hanno contribuito a formare un’opinione pubblica tanto disattenta, quanto colpevole su vicende come quella della dott.ssa Bruschi. E sappiamo bene che i casi sono numerosissimi fra il Personale sanitario, il migliore che abbiamo nel Paese, perché capace a rinunciare al bene della vita pur di non sottomettersi e non far sottomettere i propri assistiti, all’ingiusto esercizio del potere. Sono, quindi, tutti responsabili: capi, colleghi, collaboratori, cittadini disattenti su una manifestazione che ha marchiato d’infamia la nostra società.